Sciopero Università 12 maggio: contro tagli e precarietà
Lunedì 12 maggio indetto uno sciopero nazionale contro i tagli all’università e la precarietà. In piazza docenti, ricercatori e personale non strutturato.


Il 12 maggio 2025 si terrà uno sciopero nazionale nelle università italiane, promosso dalla FLC CGIL. In piazza il personale precario, assegnisti, ricercatori e lavoratori a tempo determinato per protestare contro tagli ai finanziamenti, politiche di precarizzazione e riforme che minacciano la qualità e l’equità del sistema universitario pubblico.
Una mobilitazione contro precarietà e tagli all’università
Lunedì 12 maggio è prevista una giornata di sciopero nazionale che coinvolgerà personale precario, assegnisti e ricercatori a tempo determinato. La protesta, indetta dalla FLC CGIL, si oppone alle recenti scelte del governo su finanziamenti e reclutamento accademico, che rischiano di espellere migliaia di lavoratori e peggiorare ulteriormente le condizioni di chi opera negli atenei.
La mobilitazione segue una serie di iniziative come assemblee, presidi e lezioni in piazza, culminate nella giornata del 20 marzo, che ha visto l’adesione di oltre 20 università.
Tagli al FFO e nuove forme di precariato
Alla base della protesta vi sono misure giudicate fortemente penalizzanti:
- oltre 500 milioni di euro tagliati al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) nel 2024,
- blocco del piano straordinario per l’università,
- rischio di espulsione per circa 10.000 Rtda e 24.500 assegnisti di ricerca,
- reintroduzione di contratti precari tramite il DdL 1240, proposto dalla ministra Bernini.
A seguito dell’intervento di FLC CGIL e ADI presso le istituzioni europee, il disegno di legge è stato sospeso, ma restano forti pressioni per la sua approvazione, sostenute da CRUI e CONPER.
Una protesta per dare voce all’università invisibile
Lo sciopero nasce dall’appello delle Assemblee Precarie Nazionali e di molte componenti accademiche. L’obiettivo è dare visibilità a chi lavora senza tutele né prospettive, rivendicando il diritto a un’università pubblica, stabile e democratica.
La mobilitazione coinvolge anche docenti strutturati, personale tecnico e amministrativo, uniti nel contrastare la progressiva erosione del sistema universitario e delle sue garanzie sociali e culturali.
Le richieste al centro della mobilitazione
Tra le rivendicazioni principali avanzate dalla FLC CGIL:
- Stop a nuove figure precarie, come quelle previste dal Contratto di Ricerca (legge 79/2022);
- Piano straordinario per la stabilizzazione del precariato, con almeno 40.000 nuove posizioni da bandire;
- Estensione del D.Lgs. 75/2017 (art. 20) al personale universitario con almeno 36 mesi di attività, per favorire assunzioni stabili;
- Aumento del FFO di 5 miliardi in 5 anni, per organici, stipendi, servizi e riduzione delle tasse;
- Rifiuto del coinvolgimento degli atenei nella ricerca militare e opposizione a RearmEU e all’aumento della spesa bellica.