Scuola, consenso informato dei genitori: le novità previste nel Ddl 1735
Il nuovo disegno di legge definisce le regole per il consenso informato dei genitori sulle attività di educazione sessuale negli istituti.
Il disegno di legge n. 1735 disciplina il consenso informato per le attività scolastiche sulla sessualità. Le nuove norme rafforzano il ruolo delle famiglie e garantiscono la trasparenza sui contenuti didattici proposti agli studenti durante l’anno scolastico.
Nuove regole per il consenso informato dei genitori
Il provvedimento stabilisce l'obbligo per gli istituti di richiedere l'autorizzazione scritta per ogni attività legata alla sfera affettiva e sessuale. La comunicazione deve pervenire alle famiglie o agli studenti maggiorenni almeno sette giorni prima dell'evento, garantendo la visione preventiva del materiale didattico che verrà utilizzato in aula durante le ore di lezione.
Nel dettaglio, la richiesta formale deve specificare:
Obiettivi educativi e temi trattati durante gli incontri;
Modalità di svolgimento e cronoprogramma delle attività;
Presenza di soggetti esterni, associazioni o enti coinvolti nel progetto.
Questa procedura mira a consolidare il patto di corresponsabilità tra istituzione scolastica e nucleo familiare, assicurando che ogni scelta educativa sia pienamente condivisa e consapevole.
Gestione degli esperti e tutela dei percorsi formativi
La selezione di eventuali figure specializzate non appartenenti all'organico scolastico segue un iter burocratico rigoroso e trasparente. La nomina avviene solo dopo una delibera del collegio dei docenti e la successiva approvazione del consiglio d'istituto, valutando con attenzione la comprovata esperienza professionale e scientifica dei candidati proposti per l'intervento.
I criteri di valutazione devono rispondere a precise necessità didattiche:
Coerenza dei titoli con le finalità educative espresse dal PTOF;
Adeguatezza dei contenuti rispetto all'età e alla maturazione degli alunni;
Affidabilità scientifica dell'approccio proposto durante gli interventi in classe.
Opzioni alternative e restrizioni per i più piccoli
Qualora venga espresso un diniego alla partecipazione, la scuola è tenuta a predisporre attività didattiche alternative per non penalizzare il percorso formativo dello studente. Tali percorsi devono essere costantemente vigilati da un docente interno e comunicati preventivamente agli interessati, sfruttando gli strumenti di autonomia organizzativa propri di ogni istituto scolastico.
Occorre infine precisare che il disegno di legge pone un limite netto e invalicabile per i gradi di istruzione inferiori. Per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria è infatti prevista l'esclusione totale di qualsiasi attività didattica o progettuale che riguardi i temi della sessualità, indipendentemente dalla modalità di erogazione scelta.