Scuola, settimana corta: procedure e norma di riferimento
La normativa e il ruolo del Consiglio di Istituto e del Collegio docenti per l'adozione della settimana corta durante l'anno scolastico.
L'adozione della settimana corta rappresenta una scelta organizzativa rilevante. La decisione finale spetta al Consiglio di Istituto, mentre il Collegio docenti fornisce un parere didattico fondamentale per la modifica del PTOF e la gestione oraria.
Competenze del consiglio di istituto nell'adozione della settimana corta
La scelta di concentrare le lezioni in cinque giorni è un atto formale di gestione ed indirizzo. Spetta esclusivamente al Consiglio di Istituto deliberare tale cambiamento, assicurando la coerenza con il Piano Triennale dell'Offerta Formativa. Questo passaggio istituzionale garantisce la legittimità della procedura amministrativa complessiva senza margini di incertezza.
Ruolo consultivo del collegio dei docenti
Il personale docente interviene esprimendo un parere tecnico sulla rimodulazione oraria e sugli aspetti didattici. Sebbene non sia vincolante, questa valutazione serve a tutelare l'apprendimento degli studenti e la continuità educativa. Gli insegnanti devono poi aggiornare i contenuti del PTOF per riflettere la nuova organizzazione scolastica decisa dall'organo di indirizzo.
Flessibilità organizzativa basata sull'art. 5 del DPR 275/1999.
Articolazione minima delle lezioni su cinque giorni lavorativi.
Rispetto rigoroso del monte ore annuale obbligatorio per ogni disciplina.
Necessità di delibera del Consiglio per la piena validità legale dell'atto.
Normativa e validità della settimana corta a scuola
La normativa vigente consente di modificare l'orario anche ad anno già avviato, purché si rispettino i criteri previsti dalla Buona Scuola. L'autonomia scolastica permette infatti di definire l'identità progettuale dell'istituto attraverso il documento fondamentale dell'offerta formativa. La procedura democratica deve sempre coinvolgere tutte le componenti della comunità scolastica per essere efficace.
È importante ricordare che la riduzione dei giorni di frequenza comporta spesso la necessità di introdurre la sesta ora o dei rientri pomeridiani. Questo garantisce che il monte ore annuale previsto per gli studenti rimanga invariato, tutelando il diritto all'istruzione. La flessibilità oraria rimane dunque uno strumento potente nelle mani delle istituzioni per rispondere alle esigenze di famiglie e territorio.