Scuole nei territori disagiati: il Consiglio di Stato ferma le chiusure automatiche
Il Consiglio di Stato difende il diritto all’istruzione nelle aree disagiate, opponendosi alla chiusura automatica delle scuole nei piccoli comuni.
                                                            Il Consiglio di Stato si schiera a tutela del diritto all’istruzione nelle aree interne, montane e periferiche, opponendosi con decisione alla progressiva chiusura delle scuole nei territori più disagiati. Una sentenza che rafforza le comunità locali e apre la strada a ricorsi e iniziative legali promosse da cittadini, sindacati e associazioni.
La razionalizzazione scolastica sotto accusa
Negli ultimi anni, molte Regioni italiane hanno avviato piani di razionalizzazione della rete scolastica. Le misure, motivate da esigenze economiche o dalla riduzione del numero di studenti, hanno portato alla soppressione o accorpamento di plessi nei piccoli comuni, soprattutto in aree montane e rurali. Tuttavia, queste scelte amministrative hanno generato forte malcontento e proteste diffuse, poiché colpiscono comunità già svantaggiate e rischiano di compromettere diritti fondamentali.
La voce dei territori: comunità a rischio spopolamento
Le chiusure scolastiche, oltre a negare l’accesso all’istruzione in condizioni di equità, accelerano il processo di spopolamento e l’isolamento delle aree interne. In molti casi, la scuola rappresenta l’ultimo presidio pubblico rimasto, un punto di riferimento per bambini, famiglie e intere comunità. La sua scomparsa ha conseguenze sociali rilevanti, che vanno ben oltre il semplice calo demografico.
La sentenza del Consiglio di Stato: il diritto all’istruzione prima di tutto
In una recente e significativa pronuncia, il Consiglio di Stato ha stabilito che la chiusura delle scuole nei territori disagiati non può avvenire in modo automatico o esclusivamente burocratico. I giudici hanno richiamato alcuni principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, tra cui:
- Il diritto all’istruzione (art. 34),
 - Il principio di uguaglianza sostanziale (art. 3),
 - La necessità di garantire pari opportunità formative, anche in contesti svantaggiati.
 
La sentenza sottolinea l’obbligo di adottare valutazioni caso per caso, tenendo conto non solo dei dati numerici, ma anche dell’impatto sociale delle chiusure e della funzione centrale che la scuola svolge in contesti fragili.
Un precedente che rilancia la mobilitazione civica
La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un punto di svolta per tutte le realtà locali che da anni si oppongono alla desertificazione scolastica. Organizzazioni sindacali, comitati civici e famiglie trovano ora una base giuridica solida su cui fondare ricorsi contro provvedimenti ritenuti ingiustificati o affrettati. Secondo quanto previsto anche da Asset Scuola, sono già in preparazione numerose azioni legali a difesa dei plessi scolastici minacciati di chiusura.
Non solo scuole: in gioco il futuro delle comunità
Il pronunciamento del Consiglio di Stato è chiaro: la razionalizzazione amministrativa non può prevalere sul diritto costituzionale all’istruzione. In gioco non vi è solo la continuità dell’offerta formativa, ma la dignità, la coesione sociale e la sopravvivenza stessa di intere comunità italiane.