Social media: l'allarme sul brain rot e il declino cognitivo

Uno studio evidenzia come i social media riducano l'attenzione causando danni cerebrali e il fenomeno del brain rot nei più giovani.

26 novembre 2025 13:00
Social media: l'allarme sul brain rot e il declino cognitivo - Brain rot
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L'uso intensivo delle piattaforme digitali è sotto la lente degli scienziati. L'American Psychological Association (APA) ha rilevato che i social media possono indurre un declino cognitivo preoccupante nei soggetti più esposti. Lo scrolling compulsivo alimenta il fenomeno del "brain rot", riducendo drasticamente la concentrazione e compromettendo le attività quotidiane e intellettuali delle nuove generazioni.

Il fenomeno del brain rot e i social media

L'American Psychological Association ha recentemente pubblicato una revisione sistematica intitolata "Feeds, Feelings, and Focus", che analizza le correlazioni tra salute mentale e fruizione di video brevi. I dati, raccolti su un vasto campione di 98mila pazienti suddivisi in diverse categorie, confermano una connessione diretta tra l'esposizione ai contenuti di piattaforme come TikTok o Instagram e un deterioramento delle facoltà intellettive. Gli studiosi definiscono questa condizione come una vera e propria sindrome neurocognitiva, innescata dalla visione massiva e passiva di clip spesso prive di logica o puramente casuali. Questo processo, noto colloquialmente come brain rot, porta il cervello a disconnettersi dalla realtà circostante.

Impatto cognitivo e sintomi del consumo digitale

Le statistiche attuali rivelano un quadro allarmante: i giovani trascorrono mediamente sei ore e mezza connessi, sviluppando una pericolosa assuefazione al consumo digitale. Questa esposizione continua a stimoli rapidi inibisce progressivamente la capacità di svolgere azioni complesse come la lettura approfondita, la scrittura e lo sviluppo del pensiero critico. Il cervello, abituato alla velocità immediata dei feed, fatica a mantenere l'attenzione necessaria per lo studio o il lavoro. Tra le conseguenze cliniche segnalate dai ricercatori emergono stati d'ansia persistenti, difficoltà nel dormire e problematiche relazionali, che finiscono per minare l'equilibrio psicofisico e la stabilità emotiva dell'individuo.

Come prevenire i rischi dei social media

Gli autori della ricerca sottolineano come l'atrofia cognitiva rappresenti un pericolo concreto, capace di influenzare negativamente anche la salute fisica a lungo termine. Per contrastare questa simbiosi patologica con lo smartphone, gli esperti suggeriscono di adottare un approccio più consapevole e limitato alla tecnologia. È fondamentale recuperare spazi dedicati ad attività offline, privilegiando l'attività fisica, la lettura di libri cartacei e la cura della vita sociale reale. Solo riducendo il tempo trascorso nello scrolling compulsivo è possibile preservare le funzioni cerebrali superiori ed evitare l'isolamento causato dagli schermi.

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