Sostegno, Falabella (FISH): 'Senza continuità non c’è inclusione, le tecnologie restano inutilizzate'

Falabella (FISH): inclusione vera solo con continuità nel sostegno, formazione pratica dei docenti e riconoscimento nazionale degli assistenti

29 maggio 2025 12:09
Sostegno, Falabella (FISH): 'Senza continuità non c’è inclusione, le tecnologie restano inutilizzate' - Vincenzo Falabella presidente di FISH
Vincenzo Falabella presidente di FISH
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La scuola italiana non può più permettersi inclusione a metà. Vincenzo Falabella, presidente di FISH, denuncia le criticità del sistema di sostegno: continuità negata, tecnologie inutilizzate, personale non formato. Serve una svolta concreta, fatta di stabilità, formazione, riconoscimento professionale e monitoraggio degli strumenti già disponibili.

La continuità didattica per il sostegno non è una concessione

Per gli alunni con disabilità, cambiare docente di sostegno ogni anno significa ricominciare ogni volta da zero. Falabella lo definisce un trauma educativo che mina alla base qualsiasi progettualità didattica. “La continuità non è un optional”, afferma, ricordando l’importanza della relazione tra docente e studente come prerequisito per l’apprendimento. Il decreto 32/2025 stabilizza gli incarichi, riducendo il continuo avvicendarsi di figure di riferimento e privilegiando docenti già formati sul contesto. L’Osservatorio per l’inclusione evidenzia che oltre il 78% degli studenti con disabilità ha mostrato miglioramenti significativi nei casi di stabilità educativa. La FISH intensificherà il monitoraggio affinché le norme si traducano in prassi.

Tecnologie chiuse negli armadi, formazione da ripensare

Milioni investiti in dispositivi innovativi, ma il 63% dei docenti ammette di non saperli usare adeguatamente. È il paradosso italiano: scuole piene di strumenti, ma carenti di formazione pratica e contestualizzata. Falabella denuncia: “Abbiamo tecnologie all’avanguardia inutilizzate perché chi dovrebbe usarle non è stato formato”. FISH propone una rivoluzione formativa, basata su esperienze in aula e affiancamento con esperti, la creazione di reti territoriali tra scuole polo, l’acquisto integrato di dispositivi e percorsi formativi, e un monitoraggio trasparente con il coinvolgimento delle famiglie. Serve un Polo Nazionale per l’Innovazione Inclusiva, finanziato con almeno il 30% dei fondi PNRR.

Assistenti: professione da riconoscere e stabilizzare

Le disuguaglianze territoriali sono un freno all’inclusione. Gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione vengono reclutati con modalità diverse da regione a regione, senza standard formativi omogenei né tutele contrattuali. FISH chiede un profilo professionale nazionale, con formazione specifica e specializzazioni per garantire un livello uniforme di qualità in ogni parte d’Italia. La stabilizzazione contrattuale è fondamentale per evitare continui cambi di personale, che compromettono la fiducia degli studenti e l’efficacia dei progetti educativi. “La continuità permette percorsi personalizzati e risultati concreti”, sottolinea Falabella. Dove esiste già assistenza specialistica stabile, si registrano maggiori livelli di autonomia, riduzione dei comportamenti problema e miglioramento degli apprendimenti.