Spesa militare in crescita: manovra di guerra, tagli al welfare
Manovra 2025: cresce la spesa militare mentre welfare e sanità restano fermi. Famiglie senza sostegni, investimenti pubblici in calo.


La prossima legge di bilancio 2025-2028 promette una manovra complessiva di circa 16 miliardi, con scarsi interventi reali per le famiglie e un netto aumento della spesa militare. Il Governo Meloni punta a ridurre il deficit sotto il 3 %, ma lo fa spostando risorse verso il riarmo e operando tagli discreti agli altri settori. In questo contesto, emerge che il welfare non verrà rafforzato e che il carico degli aggiustamenti graverà sulle fasce più deboli.
Il peso della spesa militare nella manovra
Nel triennio 2026-2028 il Governo stanzia 23 miliardi in più per l’armamento: 3,5 mld nel 2026, oltre 7 mld nel 2027 e oltre 12 mld nel 2028 secondo l’Osservatorio Milex. Si passerà dagli attuali circa 45 mld l’anno a oltre 61 mld nel 2028.
Questo investimento crescente nella difesa nazionale assorbirà risorse che avrebbero potuto finanziare servizi sociali, sanità e istruzione. Il peso è notevole in una finanza che altrimenti appare “leggera” per le famiglie: la copertura delle spese di funzionamento è appena di 6 miliardi, mentre quasi 10 miliardi derivano da interventi sulla spesa (tagli). Il risultato è che l’unico capitolo davvero potenziato è quello militare, aggravando l’inuguaglianza sociale.
Welfare, sanità e investimenti sacrificati
La manovra non prevede aumenti significativi nella spesa sanitaria, né rilanci nell’istruzione. Il settore pubblico continua a subire riduzioni: negli ultimi anni sono scomparsi circa il 15 % degli ospedali, 45.000 posti di lavoro in sanità e un deficit di personale. L’Italia conta solo 6,5 operatori sanitari ogni 1.000 abitanti contro gli 8,4 medi europei. Inoltre non vi è traccia di politiche indirizzate alla riallocazione dei salari in funzione dell’inflazione né di ingenti investimenti strutturali per rilanciare la domanda interna. Le previsioni macroeconomiche del documento Programmatico di Finanza Pubblica sono prudenti, e l’UPB individua i principali rischi: protezionismo, instabilità finanziaria, vulnerabilità climatica e frenata degli investimenti. Questi fattori potrebbero rendere troppo ottimistiche le stime di crescita.
La manovra 2025-2028 conferma che la spesa militare sarà la grande protagonista, a discapito del welfare e degli investimenti pubblici. Le famiglie non riceveranno sostegni strutturali, mentre la priorità diventa il contrasto al deficit e il rafforzamento del riarmo. In questo quadro, il Governo rinuncia a un vero rilancio sociale, puntando su una finanza condizionata da obiettivi europei e geopolitici.