Stipendi in aumento: statali meglio dei privati, lo dice l'Istat

I rinnovi contrattuali spingono le buste paga della PA, ma gli stipendi in aumento non battono ancora l'inflazione. Ecco l'analisi Istat.

30 ottobre 2025 13:30
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Gli stipendi in aumento in Italia vedono il settore pubblico superare il privato. L'Istat certifica una crescita retributiva media del 3,3% nei primi nove mesi del 2025. Questa dinamica, spinta dai rinnovi dei contratti, rende la Pubblica Amministrazione (PA) di nuovo competitiva. Nonostante i segnali di ripresa, l'inflazione passata pesa ancora sul potere d'acquisto.

Stipendi in aumento: la PA cresce più del privato

L'Istat certifica una nuova competitività retributiva per il pubblico impiego. Sulla spinta dei rinnovi contrattuali, gli stipendi nel settore pubblico crescono più rapidamente del privato. L'istituto rileva un incremento tendenziale (su settembre 2024) del +3.3% nella Pubblica Amministrazione, contro il +2.3% dell'industria e il +2.4% dei servizi privati. Nel complesso, la retribuzione oraria media (gen-set 2025) è salita del 3.3% sul 2024. Tuttavia, l'Istat avverte che questo non basta a recuperare il terreno perso: il potere d’acquisto dei lavoratori resta ancora dell'8,8% inferiore ai livelli di gennaio 2021. Gli aumenti, seppur presenti, non hanno ancora sanato l'impatto della fiammata inflazionistica del 2021-2023.

I settori pubblici e i rinnovi futuri

Alcuni comparti pubblici hanno registrato balzi notevoli: le Funzioni Centrali (ministeriali) segnano un +7.2% annuo, militari e difesa +6.9%, e i Vigili del Fuoco +6.8%. A contribuire è stata anche l'indennità di vacanza contrattuale estiva. Questo trend positivo è destinato a consolidarsi. La rilevazione Istat non include ancora il Ccnl della Sanità (172 euro medi lordi in più) e sono in chiusura i contratti per Funzioni Locali (141 euro) e Istruzione e Ricerca (136,85 euro). L'Aran è inoltre pronta a avviare la nuova tornata 2025-2027, garantendo per la prima volta continuità nei rinnovi per la PA.

Lo stato dei contratti in attesa di rinnovo

A settembre, l'indice delle retribuzioni è rimasto stabile sul mese precedente, ma nel terzo trimestre la crescita tendenziale si è mantenuta sopra l'inflazione. A fine settembre, 46 contratti erano in vigore (56.9% dei dipendenti, 7.5 milioni), ma 29 erano in attesa di rinnovo. Questi ultimi coinvolgono 5.6 milioni di lavoratori (il 43.1% del totale). Tra questi, è stato firmato questa settimana l'accordo per il lavoro domestico (oltre 800mila addetti), che prevede 100 euro lordi mensili a regime. L'Istat denuncia però l'allungamento dei tempi di attesa: per i lavoratori con contratto scaduto, l'attesa media è passata da 18,3 a 27,9 mesi.

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