Test Medicina: Bernini apre a modifiche, no al vecchio quiz
Il Ministro annuncia correttivi per il Test Medicina e un tavolo di confronto, escludendo però il ripristino della vecchia modalità.
La riforma dell'accesso universitario è al centro del dibattito. Il Ministro Bernini ha chiarito che non si tornerà indietro sul Test Medicina, nonostante le critiche recenti. Prevista una graduatoria con recupero e nuovi correttivi strutturali per il futuro, al fine di garantire un sistema più equo.
Le novità sul Test Medicina e i recuperi
Dopo le criticità del semestre filtro, il Ministero corre ai ripari per salvare l'anno accademico. È confermato che la graduatoria includerà candidati con crediti da recuperare. Si tratta di una ammissione con riserva: gli studenti potranno immatricolarsi, dovendo sanare le insufficienze entro febbraio. Questa misura è vitale per evitare che molti posti rimangano vuoti negli atenei. Il decreto sarà firmato dopo la pubblicazione degli esiti del secondo appello.
I correttivi previsti per il prossimo anno
Per il futuro, l'intento è ottimizzare il meccanismo senza cancellarlo. Sono tre le modifiche al vaglio per agevolare lo studio. Si prevede di estendere la durata delle lezioni oltre le dieci settimane attuali e di applicare una netta riduzione del programma d'esame. Inoltre, si cercherà di dilatare i tempi tra la fine dei corsi e le prove. Queste soluzioni mirano a garantire agli aspiranti medici un periodo di studio più disteso, evitando il forte stress riscontrato ultimamente. L'obiettivo è rendere la selezione più sostenibile per tutti i partecipanti.
Tensioni politiche e dialogo con gli studenti
Il clima politico resta molto teso, mentre le associazioni studentesche continuano a manifestare il loro forte dissenso verso un sistema ritenuto improvvisato. In risposta alle proteste, il Ministero ha proposto l'istituzione di un tavolo di confronto permanente. Intanto, l'opposizione politica preme in Parlamento, portando in aula le istanze degli universitari. Nonostante le polemiche accese, la linea governativa rimane ferma sul mantenimento del modello attuale, pur aprendo a necessari aggiustamenti tecnici per placare il malcontento generale.