TFS e TFR statali, Giorgetti: 'Pagamenti più veloci dal 2026'
La Legge di Bilancio 2026 introduce novità per la liquidazione del TFS e TFR dei dipendenti statali, riducendo i tempi di attesa.


La Legge di Bilancio 2026 porterà una svolta per i dipendenti pubblici, con pagamenti più rapidi per il TFS e TFR statali. Il Governo interviene per abbreviare le lunghe attese per la liquidazione, rispondendo anche alle sollecitazioni della Corte Costituzionale. Si delinea una soluzione per accelerare l'erogazione delle somme spettanti ai lavoratori del settore pubblico.
Le novità nella Legge di Bilancio 2026
Una svolta è in arrivo per i lavoratori del settore pubblico. Il Ministro dell'Economia ha confermato l'inserimento di una norma ad hoc nella Legge di Bilancio 2026 per ridurre i tempi di attesa per la liquidazione di TFR e TFS. Questa misura, annunciata a margine del Consiglio dei Ministri, rappresenta una risposta concreta a un'esigenza sentita da anni. I dipendenti statali, al termine della loro carriera lavorativa, si trovano spesso ad affrontare ritardi significativi nell'erogazione della buonuscita, con serie ripercussioni sulla loro pianificazione finanziaria post-pensionamento. L'intervento normativo mira a sanare questa profonda criticità, stabilendo un percorso più celere e soprattutto più certo per il pagamento delle somme maturate.
Come funzionerà l'anticipo del TFS e TFR statali
Il fulcro della proposta per accelerare i pagamenti del TFS e TFR statali risiede in un nuovo e specifico meccanismo finanziario. L'ipotesi più accreditata prevede un sistema di prestiti ponte, erogati direttamente da Cassa Depositi e Prestiti e gestiti dall'INPS, per garantire un anticipo quasi immediato della prima quota della buonuscita. Attualmente, l'unica alternativa al lungo periodo di attesa è il ricorso a un prestito bancario, una soluzione che, pur essendo convenzionata, impone costi non trascurabili. I tassi di interesse, che spesso superano il 3%, erodono una parte dell'importo spettante al lavoratore. Il nuovo strumento punta a essere una via preferenziale e meno onerosa.
L'intervento dopo il richiamo della Corte Costituzionale
L'iniziativa del Governo è anche una mossa strategica per prevenire un nuovo richiamo da parte della Corte Costituzionale. In una precedente e importante sentenza, la Corte aveva evidenziato la potenziale illegittimità dei pagamenti così differiti, definendoli una sorta di prestito forzoso del lavoratore allo Stato. L'esecutivo, recependo questo chiaro monito, intende quindi adeguare la normativa per renderla più equa e conforme ai principi costituzionali. Tutti i dettagli operativi, incluse le tempistiche precise e le platee di beneficiari, saranno chiariti solo con l'analisi del testo definitivo della manovra. L'attesa è ora per la pubblicazione del documento.