Valditara e il ritorno del merito scolastico
Valditara con Crepet: merito, regole e studio al centro della scuola, con semplificazione e didattica su misura


Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara rivendica l’efficacia dei provvedimenti educativi, sottolineando come anche autorevoli intellettuali, non riconducibili alla destra, abbiano iniziato a riconoscerne la validità. Regole, studio e personalizzazione diventano le colonne portanti della sua visione della scuola italiana.
Il merito scolastico come valore condiviso
Secondo Giuseppe Valditara, il concetto di merito nella scuola non è più divisivo come tre anni fa. In un’intervista a Il Foglio, il ministro ha evidenziato come personalità culturali di orientamento politico diverso abbiano riconosciuto la fondatezza delle misure adottate. «Mi fa piacere che un intellettuale non certo di destra come Massimo Recalcati abbia riconosciuto su Repubblica che alcuni dei provvedimenti da noi presi sono fondati», ha dichiarato Valditara, citando anche il sostegno espresso dallo psichiatra Paolo Crepet. Lo stesso ministro sottolinea che l’idea di legare il successo scolastico a impegno e responsabilità personale sta superando vecchie diffidenze ideologiche.
Responsabilità e ritorno allo studio rigoroso
Valditara rilancia una scuola incentrata sulla responsabilità individuale, in contrapposizione allo “spontaneismo espressivo” che, secondo lui, ha caratterizzato gli anni dei ministri De Mauro e Berlinguer. «Quell’approccio ha indebolito l’insegnamento di grammatica e sintassi», osserva. Il ministro propone quindi di ridare centralità alle regole e allo studio approfondito della lingua italiana, per rafforzare la formazione di base degli studenti. Sul fronte politico, Valditara nota una spaccatura nell’opposizione: mentre sindacati come la Cgil mantengono una posizione critica, commentatori di area progressista come Antonio Polito e Luciano Canfora hanno accolto favorevolmente alcune delle novità introdotte.
Semplificazione e personalizzazione didattica
Sul tema della libertà di insegnamento, Valditara chiarisce che essa riguarda “come insegnare, non cosa insegnare”. La definizione dei contenuti curricolari – dalla centralità della storia dell’Occidente all’insegnamento del latino – resta prerogativa ministeriale, mentre metodologia e didattica spettano ai docenti nell’ambito dell’autonomia scolastica. Per rispondere alle richieste di semplificazione, il ministro ha annunciato l’apertura di un tavolo tecnico per ridurre la burocrazia scolastica e snellire i percorsi di carriera. «Per un trasferimento non si dovrà più produrre documentazione, basterà il codice fiscale», ha affermato. Il futuro, nelle parole del ministro, passa attraverso la personalizzazione dell’insegnamento: investimenti in docenti-tutor e orientatori per costruire una formazione “come un abito sartoriale”, modellata sui singoli studenti e sulle loro esigenze specifiche.