Violenze in classe a Conegliano: protestano i genitori, figli a casa ad 'oltranza'

Genitori denunciano violenze in classe in una primaria di Conegliano e minacciano di tenere i figli a casa "ad oltranza".

A cura di Scuolalink Scuolalink
25 ottobre 2025 17:00
Violenze in classe a Conegliano: protestano i genitori, figli a casa ad 'oltranza' - bullismo
bullismo
Condividi

Tensione in una scuola primaria di Conegliano, dove alcuni genitori hanno inscenato un sit-in. La protesta denuncia gravi violenze in classe, attribuite a un singolo alunno. Le famiglie segnalano un clima di paura e minacciano lo stop alla frequenza scolastica "ad oltranza". Chiedono soluzioni istituzionali efficaci e non solo rassicurazioni. La situazione, definita di forte malessere per i bambini, va avanti da mesi.

La protesta dei genitori alla primaria

Un gruppo di genitori esasperati ha organizzato un sit-in di protesta lo scorso 23 ottobre davanti a una scuola primaria di Conegliano, in provincia di Treviso. La manifestazione è stata indetta per portare all'attenzione pubblica una situazione di grave disagio vissuta all'interno di una classe. Secondo quanto riportato, il clima scolastico sarebbe minato da costanti episodi di violenza verbale e psicologica. Le famiglie identificano la fonte di questo malessere negli atteggiamenti di un singolo alunno, descritto come problematico sia nel linguaggio che nei gesti.

Oltre alla manifestazione fisica, i genitori hanno diffuso una nota ufficiale in cui dichiarano la loro intenzione di non mandare i figli a scuola "ad oltranza". Questa misura drastica resterà in vigore fino a quando le istituzioni competenti non interverranno con misure concrete per risolvere la situazione e garantire la sicurezza psicofisica di tutti gli alunni. La loro portavoce, l'avvocata Luisa Pola, ha sottolineato a Fanpage.it che "le strategie messe in campo finora non sono state efficaci e i bambini stanno male". Non si tratta, specificano, di un'accusa di negligenza, ma della richiesta urgente di una nuova risposta al problema.

Violenze in classe e accuse di bullismo

Le famiglie descrivono un contesto assimilabile a veri e propri episodi di bullismo continuato. Un padre, intervistato da Antennatre, ha fornito dettagli preoccupanti. L'alunno in questione utilizzerebbe un "linguaggio pornografico" e manterrebbe "comportamenti indisciplinati, che non rispettano le forme basilari del viver comune". Il genitore ha parlato di "vessazioni" che avverrebbero non solo negli ambienti comuni come la mensa, ma anche "contro singoli ragazzi che si vedono privati della propria autonomia".

L'impatto sul benessere degli altri bambini è descritto come devastante. "I bambini chiedono di non andare a scuola perché hanno paura", ha continuato il padre. Da mesi, la classe subirebbe offese, minacce e comportamenti aggressivi. Anche il corpo docente non sarebbe immune: una maestra sarebbe stata vittima di un'aggressione fisica, ricevendo un calcio. Le famiglie, tuttavia, non incolpano le insegnanti; al contrario, si dicono convinte che abbiano fatto tutto il possibile per proteggere gli alunni in una situazione molto difficile.

L'appello alla collaborazione e la risposta istituzionale

L'obiettivo dei genitori, come chiarito dall'avvocata Pola, non è "una caccia alle streghe per individuare un solo responsabile". L'intento primario è, invece, "cercare collaborazione per risolvere il problema". Le famiglie chiedono un fronte comune per tutelare tutti i minori coinvolti. Tuttavia, il dialogo con le figure istituzionali non sembra aver prodotto i risultati sperati. Gli incontri, sia formali che informali, tenutisi con la preside dell'istituto scolastico e con gli assessori all'Istruzione e ai Servizi Sociali del Comune di Conegliano sono stati definiti "non soddisfacenti".

Secondo quanto riferito, alle famiglie sarebbe stato chiesto di "stare tranquille" e di attendere le risoluzioni da parte di "organi superiori". Ai genitori, però, non sarebbe stato fornito alcun dettaglio specifico sulle proposte al vaglio o sulle tempistiche degli interventi. Questa mancanza di trasparenza ha aumentato la frustrazione, portando alla decisione di protestare pubblicamente e minacciare lo stop alla frequenza scolastica.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail