Pensione Docenti e ATA: guida alla domanda 2026
Scadenza imminente per la pensione Docenti e ATA. Le modalità di domanda e i requisiti necessari per il pensionamento dal 1° settembre 2026.


Attenzione alla scadenza per la pensione Docenti e ATA. Il termine ultimo per le domande di cessazione dal servizio, con decorrenza 1° settembre 2026, è fissato a domani, 21 ottobre 2025. Una data cruciale per insegnanti e personale tecnico-amministrativo. Questo articolo analizza le diverse modalità di trasmissione delle istanze, come la piattaforma POLIS, e i requisiti per le varie opzioni, tra cui vecchiaia e anticipata.
Scadenze e modalità di presentazione della domanda
Il tempo stringe per il personale scolastico che mira al pensionamento nel 2026. La scadenza per la domanda di cessazione dal servizio è tassativamente fissata al 21 ottobre 2025. Questo termine riguarda sia i docenti che il personale ATA (Ausiliario, Tecnico e Amministrativo). Rispettare questa data è fondamentale: mancarla significa dover posticipare l'uscita dal servizio al 1° settembre 2027, con evidenti implicazioni sulla pianificazione personale e finanziaria. È essenziale agire con tempestività.
Una deroga è prevista per i Dirigenti Scolastici, i quali beneficiano di una finestra temporale più ampia. Per loro, il termine ultimo per la presentazione delle istanze è posticipato al 28 febbraio 2026. Questa differenza temporale riconosce la complessità dei loro ruoli dirigenziali e la necessità di garantire una transizione organizzativa più fluida e pianificata all'interno degli istituti scolastici, assicurando la continuità amministrativa e didattica senza interruzioni improvvise.
Piattaforma POLIS e casi particolari di trasmissione
La piattaforma POLIS (Istanze Online) rappresenta il canale telematico ufficiale e principale per l'inoltro delle domande di pensionamento. Questo strumento digitale è progettato per standardizzare e semplificare la procedura per la maggior parte del personale di ruolo in Italia. L'utilizzo di POLIS richiede le credenziali di accesso al sistema informativo del Ministero (come SPID, CIE o eIDAS) e permette una gestione tracciabile dell'istanza, dalla compilazione fino alla protocollazione. È cruciale verificare il corretto funzionamento delle proprie credenziali prima della scadenza.
Non tutto il personale, tuttavia, utilizza POLIS. Esistono procedure alternative specifiche. Il personale in servizio all'estero deve seguire iter differenti, spesso gestiti tramite le autorità consolari o gli uffici scolastici dedicati. Anche i dipendenti delle province autonome (Trento e Bolzano) e della Valle d'Aosta possono avere modalità di trasmissione proprietarie. Per chi è fuori ruolo o in situazioni contrattuali particolari, è prevista la procedura cartacea o l'invio tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), garantendo comunque la validità legale della domanda.
I requisiti per la pensione docenti e ATA 2026
L'accesso alla pensione Docenti e ATA nel 2026 dipende dal possesso di specifici requisiti anagrafici e contributivi. La pensione di vecchiaia resta l'opzione standard: richiede 67 anni di età unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione. Esiste poi la pensione anticipata, svincolata dall'età, che si ottiene con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Queste sono le vie "ordinarie" previste dalla normativa vigente.
Oltre alle vie standard, esistono opzioni specifiche. I lavori gravosi, categoria in cui rientrano alcuni ruoli scolastici, permettono un anticipo (66 anni e 7 mesi con 30 di contributi). Restano in vigore anche forme flessibili come "Opzione Donna" (con i requisiti aggiornati dalle ultime leggi di bilancio), "Quota 102" o l'anticipata flessibile (ex Quota 100/103). Ogni opzione ha implicazioni diverse sull'importo dell'assegno e sulla finestra di uscita, richiedendo un'attenta valutazione della propria posizione contributiva individuale.
Un aspetto rilevante è il trattenimento in servizio. Sebbene la scadenza per la domanda sia il 21 ottobre, il personale impegnato in specifici progetti didattici internazionali o con competenze rare può richiedere di rimanere in servizio. Questa possibilità, soggetta ad autorizzazione, permette di proseguire l'attività per un massimo di tre anni oltre i requisiti di pensionamento. Questa misura non è automatica ma serve a garantire continuità a iniziative formative di rilievo strategico per l'istituto, bilanciando il diritto alla pensione con le esigenze formative della scuola.