Pensioni d'ufficio scuola: stop ai 65 anni, ecco cosa cambia
Cambiano le regole per le pensioni d'ufficio scuola. La legge di bilancio 2025 elimina l'uscita a 65 anni per docenti e ATA.


Novità importanti per il personale scolastico. Dal 2025, cambiano le norme per le pensioni d'ufficio scuola. La legge di bilancio ha eliminato la possibilità per l'amministrazione di imporre il pensionamento a 65 anni, anche in presenza dei requisiti contributivi. Ora l'età standard per il collocamento a riposo d'autorità sale a 67 anni, uniformandosi alla pensione di vecchiaia.
La nuova normativa sulle pensioni d'ufficio scuola
Il panorama delle pensioni nel settore scolastico subisce una trasformazione rilevante. A partire dal 2025, la pubblica amministrazione perde la facoltà di collocare d'ufficio a riposo il personale al compimento dei 65 anni. Questa opzione era precedentemente disponibile per chi avesse maturato i requisiti contributivi per la pensione anticipata. Fino allo scorso anno, infatti, la scuola poteva decidere unilateralmente la cessazione del rapporto di lavoro. Questo avveniva per chi, entro il 31 agosto, avesse 65 anni e i contributi necessari. I requisiti contributivi erano fissati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne.
La modifica è stata introdotta dalla legge di bilancio 2025, specificamente nei commi 162, 163 e 164. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha prontamente recepito queste novità. La circolare esplicativa del 25 settembre chiarisce l'applicazione delle nuove norme. Di fatto, viene cancellata la possibilità per l'amministrazione di disporre la cessazione dal servizio anticipata in modo coatto. Questo cambiamento impatta direttamente docenti e personale ATA. L'uscita d'ufficio viene ora allineata ai requisiti della pensione di vecchiaia ordinaria. L'intento del legislatore sembra essere quello di trattenere personale esperto più a lungo.
I requisiti attuali per il collocamento a riposo d'autorità
Con l'abolizione dell'uscita forzata a 65 anni, i requisiti per la pensione d'ufficio si uniformano. Essi ora coincidono con quelli della pensione di vecchiaia. Il personale scolastico, sia docenti che personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA), sarà quindi collocato a riposo d'autorità solo al raggiungimento di precise condizioni. L'età richiesta è di 67 anni. Questo limite anagrafico deve essere compiuto entro il 31 agosto 2026 per le uscite relative a quell'anno solare. A questo requisito anagrafico si aggiunge la necessità inderogabile di aver versato almeno 20 anni di contributi validi.
Per i lavoratori il cui primo accredito contributivo è successivo al 31 dicembre 1995 (i cosiddetti "contributivi puri"), c'è un'ulteriore condizione. Essi devono aver maturato un importo di pensione non inferiore alla soglia minima prevista dalla normativa vigente. Questa soglia è necessaria per l'accesso alla pensione di vecchiaia. Si tratta di un paletto specifico per questa categoria di lavoratori. La vecchiaia d'ufficio scatta quindi solo al compimento dei 67 anni, se in possesso dei 20 anni di anzianità contributiva minima.
Scadenze e procedure per le domande di cessazione
È fondamentale comprendere la distinzione procedurale per il 2026. Il collocamento a riposo d'ufficio è automatico solo per una specifica categoria di personale. Riguarda chi matura i 67 anni di età entro la data del 31 agosto 2026. Per questa categoria di personale, la cessazione avverrà d'autorità al 1° settembre 2026, senza necessità di azioni. Diversa è la situazione per chi compie i 67 anni in corso d'anno. Questo vale per il periodo compreso tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2026. In questi casi specifici, il collocamento a riposo non è automatico.
Il personale scolastico interessato dunque dovrà presentare esplicita domanda di cessazione dal servizio. La scadenza per la presentazione di questa istanza è fissata tassativamente al 21 ottobre 2025. Il rispetto di questa data è cruciale. Serve a garantire la corretta gestione amministrativa della pensione e la continuità didattica. Chi matura i 65 anni tra settembre e dicembre 2025, secondo la vecchia norma, avrebbe dovuto fare domanda. Ora questa opzione non è più prevista per la cessazione d'ufficio.