Terapia in classe: via libera dal Garante alla disabilità

Terapia in classe, stop alla burocrazia. I professionisti sanitari potranno entrare a scuola per seguire gli alunni con disabilità.

29 ottobre 2025 09:30
Terapia in classe: via libera dal Garante alla disabilità - Inclusione
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La terapia in classe per gli alunni con disabilità riceve il via libera dal Garante. Una nuova Raccomandazione elimina le barriere burocratiche, chiarendo che i dirigenti scolastici non devono richiedere il consenso degli altri genitori per l'ingresso dei professionisti sanitari accreditati. Questa decisione favorisce il diritto alla salute e l'inclusione scolastica, semplificando l'attuazione dei piani terapeutici.

Terapia in classe: la raccomandazione del Garante

Una svolta significativa per l'inclusione scolastica è stata impressa dall'Autorità Garante dei diritti delle persone con disabilità. Con la sua prima Raccomandazione ufficiale, datata 24 ottobre, il Garante ha finalmente messo un punto fermo sulla complessa e dibattuta questione (vexata quaestio) dell'ingresso dei professionisti sanitari nelle aule durante l'orario scolastico. Il principio guida fornito ai dirigenti scolastici è ora inequivocabile e perentorio: "No alle barriere burocratiche alla terapia in classe". Questa decisione mira a sradicare una prassi purtroppo diffusa in molti istituti. Non è raro, infatti, che alle richieste di accesso da parte dei terapisti, anche se pienamente accreditati e talvolta facenti parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), le scuole rispondano frapponendo ostacoli burocratici.

Spesso viene richiesta documentazione aggiuntiva non necessaria o, punto cruciale, il consenso formale dei genitori di tutti i compagni di classe dell'alunno con disabilità. Tale richiesta si fondava sul presupposto, spesso errato, che i terapisti potessero interagire con gli altri minori presenti, attivando così un regime autorizzatorio complesso e potenzialmente ostativo. Il Garante chiarisce ora che questa autorizzazione aggiuntiva non è necessaria; è sufficiente che i genitori della classe vengano informati.

Un caso concreto e il diritto all'integrazione

La Raccomandazione dell'Autorità trae origine da un caso specifico e molto problematico, sollevato a seguito di una precisa segnalazione. Un istituto scolastico aveva bloccato l'autorizzazione all'accesso in classe per un medico della ASL. Tale professionista era incaricato di seguire, secondo un piano terapeutico definito, un alunno con disturbo dello spettro autistico direttamente durante le ore di lezione. La scuola aveva illegittimamente vincolato l'ingresso del medico alla raccolta del consenso unanime di tutti gli altri genitori della classe. Questo blocco ha avuto la grave conseguenza di interrompere la continuità del piano terapeutico dello studente, ledendo i suoi diritti.

L'obiettivo della Raccomandazione è proprio quello di abbattere questi ostacoli, riaffermando la preminenza del diritto alla tutela della salute e alla personalizzazione del percorso di apprendimento e di vita della persona con disabilità. Questo si allinea perfettamente con i principi fondanti dell'integrazione scolastica, come più volte ribadito anche dal Ministero dell'Istruzione e del Merito. La normativa vigente impone allo Stato il dovere di predisporre misure di sostegno adeguate, compito al quale concorrono sinergicamente anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale.

Le indicazioni operative e l'opinione di DirigentiScuola

L'associazione DirigentiScuola ha accolto con forte apprezzamento l'intervento del Garante, definendolo un innegabile e decisivo passo avanti verso la costruzione di un modello di scuola inclusiva. Una scuola, cioè, concretamente attenta al benessere e alla salute degli alunni in condizioni di svantaggio. Per i dirigenti scolastici, questa Raccomandazione assume un valore fondamentale: fornisce finalmente un'indicazione operativa autorevole, chiara e univoca. Questo strumento è essenziale per gestire una tematica complessa e spesso foriera di potenziali contenziosi con le famiglie o gli enti sanitari.

La Raccomandazione, tuttavia, traccia anche un perimetro d'azione rigoroso, chiudendo il campo a interpretazioni estensive che potrebbero portare all'accesso indiscriminato di operatori non qualificati. L'ingresso è consentito solo a professionisti sanitari esterni (dipendenti ASL, enti accreditati SSN/SSR, o iscritti ai rispettivi albi) formalmente coinvolti nel piano terapeutico o nel progetto di vita dell'alunno. L'autorizzazione spetta unicamente al Dirigente Scolastico. È necessario che il dirigente informi preventivamente i docenti e i genitori degli altri alunni. Infine, lo specialista deve impegnarsi formalmente a rispettare la privacy, a non interagire con gli altri studenti e a permanere in classe sempre in presenza del docente.

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